Progetto
Catodon
Progetto CATODON per il monitoraggio dei mammiferi marini nel Mar Ligure, con particolare attenzione al capodoglio (Physeter macrocephalus).

Foto di Biagio Violi
Il nome del progetto “CATODON” ha origine da Physeter catodon il “vecchio” nome del capodoglio ora sostituito da Physeter macrocephalus.
Il capodoglio (Physeter macrocephalus, L. 1758) è il più grande predatore vivente. All’interno della Lista rossa delle specie minacciate (IUCN, Red-list), questa specie è classificata “Vulnerabile” a livello mondiale, ma “Minacciata” (ENDANGERED) all’interno del Mar Mediterraneo (Notarbartlodo Di Sciara, 2014). La popolazione mediterranea è infatti isolata dalla popolazione Atlantica (Engelhaupt et al., 2009; Violi et al. 2019). Questo grande predatore, agendo con un sistema di controllo di tipo top-down e trasportando energia dai fondali alla superficie, svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi marini. I movimenti e le migrazioni del capodoglio, all’interno del Mediterraneo, sono però ancora oggetto di intense discussioni. Tra le diverse aree mediterranee usate da questa specie, il Santuario Pelagos è sicuramente una delle più importanti e necessita di continue attività di monitoraggio a causa delle diverse pressioni di origine antropica che minacciano la sopravvivenza di questo predatore. In questo contesto, i dati e lo sforzo di campionamento nel periodo autunnale e invernale sono molto scarsi rispetto ai mesi primaverili ed estivi.
Capodoglio in immersione. Foto di Elia Biasissi
Per raggiungere l’obiettivo di monitoraggio e studio di questa specie, due sono le tecniche non invasive che il team Menkab sta adottando: l’acustica, che permette di confermare la presenza degli animali durante le immersioni prolungate (Watwood et al. 2006), e la foto identificazione, che consente di identificare i diversi individui, una volta in superficie, fotografando e analizzando forma e posizione di cicatrici (marks) presenti sul corpo e sulla coda (Alessi et al., 2014).
Lo stesso animale in questo modo può essere così riconosciuto in aree diverse, ed inoltre si possono ricostruire e mappare i suoi movimenti su scala Mediterranea. Ad oggi sono state confermate evidenze di movimenti tra mar Ligure e Stretto di Gibilterra (Carpinelli et al. 2011), Baleari (Rendell et al. 2014), Ischia (Mussi et al. 2014), e Grecia (Frantzis et al., 2011).
Al fine di implementare piani di conservazione e protezione per questo predatore in aree come il Santuario Pelagos, abbiamo deciso di portare avanti il progetto CATODON, per ampliare il database e confrontarlo con altri Enti di ricerca.
Il Fluke del Capodoglio. Foto di Biagio Violi